LA FINE DEL MONDO
Da Gennaio a Giugno 2013
un ciclo di incontri su e negli spazi del Teatro San Genesio.
Il progetto si articolerà nella prospettiva di dare vita ad uno spettacolo itinerante negli spazi del Teatro: il San Genesio diventerà un museo attivo capace, attraverso i corpi e le idee dei suoi narratori, di raccontarsi e di raccontare alla cittadinanza la sua storia e le sue potenzialità.
Il laboratorio di teatro sarà quindi volto al sociale, con l’obiettivo di vivere l’artista che è in ognuno di noi, per entrare in contatto con noi stessi e con il prossimo.
La relazione è l’unità di misura in cui crediamo di poter scommettere per dedicare cura a se stessi, e per sostenersi reciprocamente: per riconoscersi.
Il progetto nasce dalla volontà di una riqualificazione sociale e spirituale del territorio di Roma e in particolare del Municipio XVII e dalla consapevolezza che il teatro e l’arte possano aprire al dialogo i singoli e la collettività, per incoraggiare un pensiero collettivo capace di dare forza all’immaginare nuove prospettive,
creative e concrete.
Il Laboratorio di Teatro Relazionale si rivolge soprattutto ad attori non professionisti, agli amanti del teatro, a tutti coloro che hanno sorpassato la maggiore età, un laboratorio semestrale con cadenza settimanale.
Per abitare gli spazi della nostra anima e del teatro.
Per dedicarsi alla propria esperienza e alla propria immaginazione.
Per incontrare chi non si conosce, chi ci aiuta a conoscere noi stessi.
Per valorizzare uno scambio in pubblico, per parlare in pubblico.
Per imparare a custodire il proprio spazio ed abitarne di nuovi.
Per il benessere della propria persona, per scoprire nuove persone dentro di noi.
Un invito a mettersi in gioco tra ciò che già conosciamo e
ciò che ancora desideriamo.
Un invito a imparare e mettere in gioco gli strumenti che il teatro offre,
per riconoscere, esprimere e comunicare al meglio ciò che dentro ci muove.
Un invito a raffinare i nostri sensi per leggere con più cura e profondità ciò che accade attorno a noi e dentro di noi.
Un laboratorio che pone al centro la persona per abitare il teatro,
in tutti i suoi spazi.
Terreno comune su cui agire sarà
la narrazione biblica attorno all’Arca di Noè:
di fronte al diluvio quotidiano che siamo chiamati a vivere, costruiamo ogni giorno un'Arca, in cui custodire ciò che ancora rimane, ciò che ancora sta.
Come in un trasloco, abiteremo lo spazio per farlo nostro, per stabilirvi ciò che intendiamo salvare, ciò di cui ci possiamo ancora ubriacare,
ciò per cui vale la pena di continuare a navigare,
per diventare esploratori di un nuovo mondo.
1° mese: Preparazione dell’Arca
Giochi di teatro con la voce, il corpo e lo spazio: l’arca come cantiere di esplorazione e di ricerca. Entreremo in contatto con gli strumenti espressivi di ciascuno, costruiremo il gruppo di esploratori.
Ogni esploratore avrà la possibilità di stabilire un legame con la necessità dell’esprimersi e con il sentire che sono entrambe alla base dello stare, ovvero del fare teatro.
2° mese: Salire in b’Arca: la cambusa
Giochi di relazione e costruzione.
Attraverso il lavoro pratico gli esploratori conosceranno gli altri esploratori e lo spazio che li circonda. Verranno proposti esercizi basati sul dialogo corporeo e verbale ed esercizi che faranno calare gli esploratori nella “pancia” della b’arca, che nel nostro caso corrisponde spazialmente alla cripta del teatro San Genesio dove si svolgerà la performance finale.
In questa fase inizieremo a fare esercizi di composizione (piccoli testi e piccole sequenze di movimento) che diventeranno la nostra cambusa: il cibo attraverso il quale nutrire le nostre visioni e il nostro viaggio.
3° mese: Salpare con l’Arca
Giochi di comunicazione e composizione.
In questo mese cominceremo a mettere a fuoco cosa ognuno di noi e come gruppo vuole “salvare” dal diluvio: le diverse visioni verranno scambiate, manipolate e composte attraverso esercizi che coinvolgeranno il movimento e la voce.
4° mese: Il viaggio nell’Arca, la navigazione nel diluvio
Con il nutrimento in tasca e la nostra visionarietà nella testa, nel cuore e infine nel corpo tutto affronteremo il diluvio come persone e come gruppo: scambieremo i nutrimenti e le visioni e daremo una forma ai nostri racconti, focalizzandoci sull’importanza del credere nella forza di quello che diciamo e facciamo, del comunicare in modo efficace e del dare/raccontare come forma di relazione tra esseri umani.
5° mese: L’approdo, la nuova terra
Nell’ultimo mese insieme metteremo in scena i materiali prodotti, focalizzando l’attenzione sullo stare e sull’esserci per noi stessi e per gli altri.
IL LABORATORIO SARA’ TENUTO DA:
VALERIO MALORNI, attore, regista
FRANCESCA NERI MACCHIVERNA, danzatrice, pedagoga
ANNALISA RAUSO, attrice, psicologa esperta in arti terapie
Da Gennaio a Giugno 2013
un ciclo di incontri su e negli spazi del Teatro San Genesio.
Il progetto si articolerà nella prospettiva di dare vita ad uno spettacolo itinerante negli spazi del Teatro: il San Genesio diventerà un museo attivo capace, attraverso i corpi e le idee dei suoi narratori, di raccontarsi e di raccontare alla cittadinanza la sua storia e le sue potenzialità.
Il laboratorio di teatro sarà quindi volto al sociale, con l’obiettivo di vivere l’artista che è in ognuno di noi, per entrare in contatto con noi stessi e con il prossimo.
La relazione è l’unità di misura in cui crediamo di poter scommettere per dedicare cura a se stessi, e per sostenersi reciprocamente: per riconoscersi.
Il progetto nasce dalla volontà di una riqualificazione sociale e spirituale del territorio di Roma e in particolare del Municipio XVII e dalla consapevolezza che il teatro e l’arte possano aprire al dialogo i singoli e la collettività, per incoraggiare un pensiero collettivo capace di dare forza all’immaginare nuove prospettive,
creative e concrete.
Il Laboratorio di Teatro Relazionale si rivolge soprattutto ad attori non professionisti, agli amanti del teatro, a tutti coloro che hanno sorpassato la maggiore età, un laboratorio semestrale con cadenza settimanale.
Per abitare gli spazi della nostra anima e del teatro.
Per dedicarsi alla propria esperienza e alla propria immaginazione.
Per incontrare chi non si conosce, chi ci aiuta a conoscere noi stessi.
Per valorizzare uno scambio in pubblico, per parlare in pubblico.
Per imparare a custodire il proprio spazio ed abitarne di nuovi.
Per il benessere della propria persona, per scoprire nuove persone dentro di noi.
Un invito a mettersi in gioco tra ciò che già conosciamo e
ciò che ancora desideriamo.
Un invito a imparare e mettere in gioco gli strumenti che il teatro offre,
per riconoscere, esprimere e comunicare al meglio ciò che dentro ci muove.
Un invito a raffinare i nostri sensi per leggere con più cura e profondità ciò che accade attorno a noi e dentro di noi.
Un laboratorio che pone al centro la persona per abitare il teatro,
in tutti i suoi spazi.
Terreno comune su cui agire sarà
la narrazione biblica attorno all’Arca di Noè:
di fronte al diluvio quotidiano che siamo chiamati a vivere, costruiamo ogni giorno un'Arca, in cui custodire ciò che ancora rimane, ciò che ancora sta.
Come in un trasloco, abiteremo lo spazio per farlo nostro, per stabilirvi ciò che intendiamo salvare, ciò di cui ci possiamo ancora ubriacare,
ciò per cui vale la pena di continuare a navigare,
per diventare esploratori di un nuovo mondo.
1° mese: Preparazione dell’Arca
Giochi di teatro con la voce, il corpo e lo spazio: l’arca come cantiere di esplorazione e di ricerca. Entreremo in contatto con gli strumenti espressivi di ciascuno, costruiremo il gruppo di esploratori.
Ogni esploratore avrà la possibilità di stabilire un legame con la necessità dell’esprimersi e con il sentire che sono entrambe alla base dello stare, ovvero del fare teatro.
2° mese: Salire in b’Arca: la cambusa
Giochi di relazione e costruzione.
Attraverso il lavoro pratico gli esploratori conosceranno gli altri esploratori e lo spazio che li circonda. Verranno proposti esercizi basati sul dialogo corporeo e verbale ed esercizi che faranno calare gli esploratori nella “pancia” della b’arca, che nel nostro caso corrisponde spazialmente alla cripta del teatro San Genesio dove si svolgerà la performance finale.
In questa fase inizieremo a fare esercizi di composizione (piccoli testi e piccole sequenze di movimento) che diventeranno la nostra cambusa: il cibo attraverso il quale nutrire le nostre visioni e il nostro viaggio.
3° mese: Salpare con l’Arca
Giochi di comunicazione e composizione.
In questo mese cominceremo a mettere a fuoco cosa ognuno di noi e come gruppo vuole “salvare” dal diluvio: le diverse visioni verranno scambiate, manipolate e composte attraverso esercizi che coinvolgeranno il movimento e la voce.
4° mese: Il viaggio nell’Arca, la navigazione nel diluvio
Con il nutrimento in tasca e la nostra visionarietà nella testa, nel cuore e infine nel corpo tutto affronteremo il diluvio come persone e come gruppo: scambieremo i nutrimenti e le visioni e daremo una forma ai nostri racconti, focalizzandoci sull’importanza del credere nella forza di quello che diciamo e facciamo, del comunicare in modo efficace e del dare/raccontare come forma di relazione tra esseri umani.
5° mese: L’approdo, la nuova terra
Nell’ultimo mese insieme metteremo in scena i materiali prodotti, focalizzando l’attenzione sullo stare e sull’esserci per noi stessi e per gli altri.
IL LABORATORIO SARA’ TENUTO DA:
VALERIO MALORNI, attore, regista
FRANCESCA NERI MACCHIVERNA, danzatrice, pedagoga
ANNALISA RAUSO, attrice, psicologa esperta in arti terapie