Dal 2001 il mio percorso artistico di danzatrice si è intrecciato con il teatro e con le poetiche dell'immagine.
L'immagine è stata proprio al centro della mia riflessione: l'immagine guida il corpo che ha la possibilità di muoversi in un panorama invisibile. Il tempo di queste azioni è frammentato in tanti piccoli pezzi come nel video Madam I'm Adam. L'immagine viene fuori dal ricordo, da un frammento di realtà consapevolemente costruita o ingenuamente vissuta. Il mio interesse si è sempe focalizzato nell' analizzare, scomporre, ricomporre un'immagine: nelle pratiche del video come nella composizione coreografica l'immagine scomposta diventa un insieme di elementi che possono essere composti in sequenze con infinite possibilità. Sul fondo, come un substrato intrinseco, deve rimanere un pensiero, un'emozione una motivazione all'esplorare, al cercare e al trovare. L'immagine diviene così il centro della costruzione di un linguaggio simile a quello musicale: la danza una partitura che segue il racconto, la visione, il desiderio di andarle incontro.
Sono sempre stata interessata alle strutture dei materiali che scelgo di analizzare: anche in un testo narrativo c'è una precisa struttura che può diventare una sorta di drammaturgia del gesto. Ogni momento può essere visto non solo come sequenziale al precedente o al successivo ma come uno strato che racchiude diversi livelli espressivi: può essere gesto, parola, voce contemporaneamente. Nella pratica questi elementi si trovano insieme oppure isolati, ma ciascuno deve intendersi come compresente agli altri. La ricerca compositiva non prescinde mai dal passare consapevolmente da un disequilibrio all'altro: uno stato che permette di perdere temporaneamente i propri punti di fuga per cercare una direzione nuova e sorprendente.
Il ricordo è lo scrigno dove le immagini possono esistere: il ricordo come qualcosa di accaduto che la mente manipola e digerisce in ogni secondo di vita.
Negli ultimi anni di attività performativa l'analisi delle strutture narrative mi ha portato al progetto "Sole e acciaio",
UN FOTOGRAMMA DAL LAVORO "DIS_TANZ" HARTVEST FESTIVAL 2010 |
Sono sempre stata interessata alle strutture dei materiali che scelgo di analizzare: anche in un testo narrativo c'è una precisa struttura che può diventare una sorta di drammaturgia del gesto. Ogni momento può essere visto non solo come sequenziale al precedente o al successivo ma come uno strato che racchiude diversi livelli espressivi: può essere gesto, parola, voce contemporaneamente. Nella pratica questi elementi si trovano insieme oppure isolati, ma ciascuno deve intendersi come compresente agli altri. La ricerca compositiva non prescinde mai dal passare consapevolmente da un disequilibrio all'altro: uno stato che permette di perdere temporaneamente i propri punti di fuga per cercare una direzione nuova e sorprendente.
SPETTACOLO "CATTIVE FIGURE"/COMPAGNIA IMMOBILE PAZIENTE/TEATRO VASCELLO 2008 |
Negli ultimi anni di attività performativa l'analisi delle strutture narrative mi ha portato al progetto "Sole e acciaio",
l'interazione tra corpo, suono e video al progetto "Dis_tanz",
il ricordo e il pensiero immagine al progetto "Nodi".
Le esperienze nell'ambito performativo e compositivo mi hanno permesso di strutturare una ricerca pedagogica principalmente focalizzata sul corpo come costruttore di senso.
Le esperienze nell'ambito performativo e compositivo mi hanno permesso di strutturare una ricerca pedagogica principalmente focalizzata sul corpo come costruttore di senso.
PERFORMANCE "SOLE E ACCIAIO" |